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Eastwest, Tarquini: il direttore generale di Confindustria delinea il panorama delle imprese italiane

Martedì 21 gennaio, presso la sede romana della società, ha avuto luogo il terzo appuntamento dell’EastWest Coffee, un incontro periodico presieduto da Giuseppe Scognamiglio, CEO di EastWest, diplomatico e docente di scenari geopolitici e rischio politico all’Università LUISS di Roma, che coinvolge diversi esponenti del mondo delle istituzioni, dell’impresa e della finanza per dibattere di un tema strategico, dipingendo un quadro significativo sulle sfide e le opportunità che stanno plasmando il panorama economico europeo

Dopo le prime due tavole rotonde con Giovanni Malagò sullo scenario Olimpico e Carlo Calenda sullo Ius Scholae, il terzo appuntamento di lavoro è stato animato dall’argomento di dibattito “Dimensione delle imprese e competitività in Europa”. Lo special speaker del giorno è stato Maurizio Tarquini, direttore generale di Confindustria. Insieme a lui, EastWest ha ospitato Andrea Diamanti (Responsabile del settore Wholesale Banking presso ING Bank), Giuseppe Secchi (Responsabile affari governativi e associazione commerciale di Sanofi), Amb. Giampaolo Cantini (Senior Professional presso Eastwest), Veronica Pamio (Senior Vice President per gli Affari Esterni di Aeroporti Di Roma), Alda Paola Baldi (Responsabile Sviluppo Forza Lavoro presso Enel), Silvia Maria Rita Chiave (Consulente diplomatico del Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca), Marco Dau (AD di talet-e) e Nicola Venuto (Founder e CEO di Newtron Group).

Risultati e crescita delle PMI italiane

Al centro del dibattito, le piccole e medie imprese italiane (PMI), che continuano a rappresentare il cuore del sistema produttivo nazionale, un pilastro che ha garantito negli anni flessibilità, innovazione e capacità di adattamento. Tuttavia, oggi le PMI si trovano ad affrontare nuove sfide legate alla competitività e alla produttività, soprattutto se paragonate ai principali competitor europei, come la Germania.

Dal 2011 al 2022, il panorama manifatturiero italiano ha registrato una contrazione della base produttiva, concentrata soprattutto nelle microimprese, al contrario di quelle medio-grandi, in lieve incremento. Nonostante ciò, le PMI italiane si sono distinte per efficienza, superando in termini di produttività le omologhe francesi e tedesche, con le piccole e medie imprese italiane che hanno ottenuto performance migliori anche in confronto alla Germania, principale parametro per misurare la differenza numerica tra le micro, piccole, medie e grandi imprese nei due paesi.

Il panorama imprenditoriale di Italia e Germania presenta infatti significative differenze. A fine 2024, in Italia 1.517 grandi imprese, un numero nettamente inferiore rispetto alle 4.500 grandi imprese registrate in Germania. Questa disparità riflette una differenza strutturale tra i due paesi. L’Italia risulta essere un paese fortemente basato su micro, piccole e medie imprese.

A dimostrazione di ciò, il numero di micro e piccole imprese è impressionante: circa 3 milioni, contro meno di un milione presenti in territorio tedesco Germania. La forza di queste piccole realtà, tuttavia, non si esaurisce nel loro numero: esse sono fondamentali per l’economia del paese, in particolare per l’export. Le micro e piccole imprese italiane sono infatti molto competitive sui mercati internazionali, con circa 1,2 miliardi di euro in esportazioni nel settore manifatturiero nel 2024, un aumento di ben 600 milioni rispetto all’anno precedente. In questo senso, l’export, pilastro cruciale per il paese, rappresenta circa un terzo del prodotto interno lordo (PIL) italiano.

Grazie all’aumento delle capacità produttive aziendali, dal 2008 l’Italia ha scalato diverse posizioni nella speciale classifica mondiale dei leader dell’export. Dall’ottavo posto, nel 2024 è passata al quarto, con un particolare successo nel settore manifatturiero, conquistando il riconoscimento di “best in class” in Europa. In questo modo, le piccole imprese riescono ad acquisire la solidità necessaria per evolversi in medie imprese che, a loro volta, sono in grado di espandersi ulteriormente fino a diventare grandi imprese.

Uno sguardo verso il futuro per un continuo sviluppo

Nonostante margini operativi più ristretti rispetto alle grandi imprese, le PMI italiane mantengono livelli occupazionali stabili, con una produttività superiore a quella di Francia e Spagna, sebbene inferiore a quella della Germania. La principale differenza, pur considerando il diverso costo della vita, è quella in ambito salariale, inferiore rispetto alle PMI tedesche e francesi.

Il futuro dovrà avere politiche di supporto al sistema produttivo italiano in grado di concentrarsi su alcune priorità strategiche. In primo luogo, è fondamentale migliorare l’accesso delle piccole e medie imprese (PMI) a risorse manageriali e finanziarie per accelerare innovazione e digitalizzazione, colmando il divario di produttività rispetto alle grandi aziende ed evitando la dispersione finanziaria verso l’estero dal momento che le imprese si rivolgono a fondi esteri, specialmente americani, a causa dello scarso sostegno delle banche.

Altrettanto fondamentale sarà consentire e indurre le PMI italiane a produrre all’estero, mettendo radici salde fuori dai confini del paese in modo da creare una catena del valore, ad oggi assente, dal momento che nella maggior parte dei casi le imprese si concentrano quasi esclusivamente sull’esportazione.

Un altro obiettivo chiave è il rafforzamento della presenza sui mercati internazionali attraverso il consolidamento con fornitori affidabili, così da garantire stabilità e competitività. Grazie alla loro flessibilità, le PMI italiane possono sfruttare la frammentazione del commercio globale per adattarsi rapidamente ai cambiamenti nei flussi commerciali.

Infine, un adeguamento dei salari legato agli aumenti di produttività rappresenta un passo importante per ridurre il divario competitivo con altri Paesi e le disparità territoriali, mantenendo la sostenibilità economica delle imprese.

Le PMI continuano a essere una pedina fondamentale per l’economia del paese, una delle eccellenze del Made in Italy, come talet-e, presente all’appuntamento con Marco Dau, AD della start-up specializzata nella riconversione elettrica degli scooter con cilindrata superiore ai 125 cc per una mobilità sempre più green e sostenibile. Nel corso dell’incontro è intervenuto anche Nicola Venuto, Founder e CEO di Newtron Group, partner industriale di talet-e, che ha sottolineato la maggiore facilità esecutiva propria delle imprese estere rispetto al panorama italiano a causa della mancanza di figure dotate di competenze specifiche e di un basso livello salariale.

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